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Vivere e morire di cantiere
Si dice che la realtà ha diverse facce, che è composta da luci ed ombre, e che per capirla davvero bisogna considerare tutte le sfumature e comporle in un quadro il più possibile completo. A Monfalcone, la realtà del cantiere navale attivo dal 1908 è sicuramente così: da una parte c’è un’azienda, la Fincantieri, leader mondiale nel settore delle navi da crociera, che ha dato lavoro a centinaia di famiglie, giocando un ruolo determinante nello sviluppo economico della cittadina; dall’altra parte ci sono circa 2000 morti in 20 anni in quelle stesse famiglie che nel cantiere cercavano una possibilità di vita. Morti per aver lavorato a contatto con fibre di amianto o asbesto, minerale a basso costo utilizzato dalla Fincantieri nella costruzione di navi fino alla metà degli anni ’80, senza che gli operai fossero informati dei rischi a cui andavano incontro e senza che fossero adottate elementari misure di sicurezza, previste da leggi emanate addirittura negli anni ’50.
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